Oriano Orsi, uno degli autori di Tele Torre 19
“Questa è una storia del tempo presente, che viene raccontata per il tempo che sarà, perché si sappia che qualcosa del genere è successo davvero! “

Così l’inizio della mia docu-intervista a Gabriele Grandi, fondatore di TeleTorre19, una delle prime e poche tv di condominio d’Italia, e uno dei protagonisti di questa storia. Correva l’anno 2008 e nel maggio la Torre19 del Pilastro, quartiere periferico a nord-est della città di Bologna, avrebbe festeggiato i 30 anni di autogestione.

Bologna è città turrita, come altre di questo Paese, ma forse pochi sanno che tutte le torri di Bologna sono numerate, anche le più moderne. I quattro grattacieli di 18 piani e 72 famiglie del Pilastro furono progettati e iniziati nel 1976 all’interno di un progetto di edilizia popolare che, cominciato nel 1962 con l’entrata in vigore della Legge 167/62, prevedeva la costituzione di piani di edilizia economica e popolare (PEEP) per fare fronte all’espansione delle città italiane e alla grande richiesta di alloggi economici creatasi con l’imponente ondata di immigrazione del dopoguerra.

Nel 1978 Gabriele acquisterà per sé e la sua famiglia, chiedendo prestiti ad amici e parenti e accendendo un mutuo, un alloggio in una delle quattro torri. Come lui, molti altri in quegli anni. Ed è una “questione di soldi” che dà vita alla fantastica storia del condominio Torre19.

Bologna, quartiere Pilastro. Le 4 torri con la Torre 19 in primo piano
Bologna, quartiere Pilastro. Giardino condominiale
“Eravamo tutti accomunati dal fatto di avere forti somme da restituire a destra e a sinistra e, per la gestione della quotidianità del palazzo, si è pensato fin dall’inizio di provvedere direttamente a quei servizi e quegli interventi che, se affidati all’esterno, ci avrebbero causato ulteriori spese.”

Vengono così prontamente organizzate quattro squadre di pulizia che si alternano nell’arco di ogni mese e allestito uno spazio in una delle stanze comuni dell’androne, per ospitare le attrezzature e i prodotti necessari, acquistati direttamente dal condominio. Viene organizzata una squadra di manutenzione per provvedere a tutte le piccole riparazioni (una serratura che si rompe, una porta che non chiude bene, un vetro che si incrina, etc.) che sono alla portata di un normale padre di famiglia e che in un condominio, così come in ogni casa, puntualmente si presentano. Come già fatto per le pulizie, in una delle stanze comuni viene organizzata un’officina e vengono acquistati gli attrezzi necessari.

“Il problema denaro ci ha condizionato e ci ha obbligato a fare insieme alcune cose. Fare delle cose insieme ci ha fatto superare la prima barriera, data dal fatto che eravamo tutti sconosciuti gli uni agli altri. Su questo si è ampliata in seguito la parte giocosa della faccenda.”

In questa scarna spiegazione, c’è il segreto del successo di una socialità che è stata più volte protagonista di servizi televisivi e inchieste su reti private e pubbliche, richiamate in prima battuta dallo specchietto rappresentato dall’esperimento /divertimento della tv condominiale. Una socialità fortemente voluta e coltivata, alla quale tutti i primi abitanti della Torre19 hanno dedicato tempo ed energie. Tempo ed energie tolti anche alle famiglie e al proprio tempo libero, come ricorda Anna Maria, moglie di Gabriele, che è stata per 36 anni co-amministratrice del condominio insieme al signor Sergio, anch’egli un condomino. Si cominciano a condividere non solo i momenti del bisogno ma a voler stare insieme anche per divertirsi. Il pranzo di Ferragosto è stata la prima scusa buona. Tutti avevano somme da restituire e non c’erano soldi per andare in vacanza. Ma mettendo insieme le forze e contribuendo ognuno secondo le proprie possibilità, ci si poteva godere almeno il pranzo di Ferragosto organizzato nel giardino condominiale.

Oriano Orsi, autore della rubrica "Poesie sotto i portici"

L’atmosfera di condivisione ed empatia incoraggia iniziative estemporanee: quando a qualcuno viene voglia di far festa, viene portato giù un grammofono, si balla, qualcuno si improvvisa intrattenitore o comico, si ride e si scherza. Diventa naturale voler condividere la cena di Natale (Anna Maria ricorda un anno nel quale le signore del condominio realizzarono 10.000 tortellini), o organizzare cenoni di Capodanno, feste di Carnevale e via dicendo, condividendo i momenti di festa così come quelli di necessità. Finite di pagare le spese, si comincia a poter pensare anche a “cose goderecce” come dice Gabriele. Una delle prime è l’acquisto di un biliardo di seconda mano. Una delle condizioni vincolanti per il costruttore nella realizzazione dei grattacieli del Pilastro era che dovessero essere forniti di un certo numero di spazi sociali. Alleggeriti dai pesanti oneri finanziari dell’inizio, i condomini cominciano a pensare di sfruttare quegli spazi. 72 famiglie sono un piccolo villaggio e tutti insieme hanno un discreto potere di acquisto. E così, piccoli gruppi interessati alle diverse attività sono riusciti a organizzarsi e a finanziarle. Nascono la sala biliardo, la palestra e la biblioteca.

La sala del biliardo
La rubrica di poesia della TV condominiale. Still da video
Servizio della TV condominiale. Still da video

Nel 2001, a fare ancora più da collante a una socialità così ben avviata, nasce la ormai mitica tv di condominio: “TeleTorre19”. La necessità di sostituire l’antenna condominiale dà a Gabriele l’opportunità, nel 2000, di proporre un progetto che sta studiando e sperimentando da tempo per una sua curiosità: la tv del condominio. La realizzazione si prospetta ancora più semplice dopo che Anna Maria, andata alla SIAE per le autorizzazioni necessarie per la trasmissione dei film, scopre che in realtà non c’è bisogno di nulla perché, grazie al “cono d’ombra” del palazzo, la visione del canale condominiale è considerata privata e dunque nulla è dovuto in termini di diritti (quando i segnali dei trasmettitori radiotelevisivi delle TV nazionali incontrano degli ostacoli – degli edifici ad esempio – formano uno spazio libero, e la normativa prevedeva che quello spazio potesse essere utilizzato dal piccolo trasmettitore di una street-tv, senza creare problemi di interferenza.)

Viene allestita a studio televisivo una delle salette condominiali e il 10 dicembre 2001 TeleTorre19 comincia le trasmissioni. Inizialmente si tratta di poche ore al giorno che diventeranno ben presto h24. Deus ex-machina è Gabriele, che con la sua curiosità e la sua passione, e un’enorme quantità di tempo dedicato, dà vita a una realtà che rimarrà quasi un unicum. La tv di condominio si sostituisce alla “necessità” quale collante sociale. Tutte le famiglie contribuiscono e mettono spontaneamente a disposizione i film in dvd o in vhs in loro possesso. Viene così prontamente organizzata una programmazione mensile che coprirà il canale del condominio 24 ore su 24 e che non solo viene esposta nella bacheca dell’androne per informazione di tutti, ma viene anche presentata tra frizzi e lazzi in un’apposita rubrica della neonata tv. Nascerà anche Masterchef prima di Masterchef: alcune delle “zdore” si presteranno volentieri a svelare e condividere segreti e ricette della loro cucina con tutti. Non mancheranno inchieste, interviste e approfondimenti che riguardano la vita sociale e politica del quartiere e della città, e nemmeno le rubriche culturali con appassionati della storia di Bologna e di poesie in dialetto che con trasmissioni dedicate contribuiscono con le loro pillole culturali all’integrazione e al divertimento di tutti. É in questo contesto che nel 2008 si aggiungeranno anche le mie trasmissioni sull’arte, 5 puntate di un esperimento di divulgazione artistica che mira ad avvicinare all’arte contemporanea persone di ogni età ed educazione.

Gabriele Grandi

Ma la cosa speciale era che a tutti i condomini veniva dedicato il famoso quarto d’ora di celebrità così ben profetizzato da Warhol e tutti prima o poi apparivano sugli schermi, vuoi nei reportage delle feste o delle castagnate piuttosto che dei tornei di briscola o biliardo. Inoltre tutti i nuovi abitanti che si trasferivano nella Torre venivano presentati al condominio con una piccola intervista. Per non parlare delle ricorrenze: compleanni, matrimoni e anche decessi erano comunicati a tutta la comunità dal canale che riusciva con delicatezza a rendere partecipi tutti della vita degli altri e a fare così “comunità”. La necessità è stato il collante iniziale che ha accomunato tutti, insieme al fatto che l’amministratore è stato lo stesso per 36 anni e soprattutto che si trattava di un condomino. Anche questo è stato un fattore di coesione importante. Anna Maria ricorda periodi nei quali si tenevano riunioni di condominio a cadenza settimanale a causa di diverse pendenze legate ai mutui. Stima e fiducia reciproca hanno cementato dei rapporti che tutt’ora rimangono solidissimi tra i primi protagonisti di quest’esperienza. Non che nel tempo non ci siano mai stati dissidi, ma la base che si era creata ha impedito che assumessero un peso tale da diventare irreparabili. Ma i tempi cambiano e non sempre portano progresso o migliorano la vita. Gabriele se n’è andato lasciando orfana la famiglia e la tv. Anche molti dei protagonisti originari non ci sono più e gli umani destini lasciano presagire un trend in aumento su questo fronte. La buona volontà e la professionalità di tutti coloro che si sono resi disponibili a continuare l’attività del canale non possono sopperire a tutta questa mancanza. Famiglie giovani sono arrivate sì e si sono inserite, alcune bene. Ma sono cambiati i ritmi della vita e la struttura sociale. Se non si lavora in due oggi non si riesce a “sbarcare il lunario” e la tv è stata sostituita da internet via smartphone e tablet. Molta della socialità che c’era si è persa nel tempo, con la scomparsa via via di quei primi protagonisti di questa esperienza.

I condomini della Torre 19

La domanda che resta è: durerà? Lo stesso Gabriele, sollecitato su questo argomento dal mio interrogarlo in merito, si è dichiarato se non scettico, certamente dubbioso. “Non credo – dice Gabriele – che l‘esperienza che abbiamo vissuta noi qui sia facilmente riproponibile.” Ci vuole un condominio grande e con un adeguato numero di persone per mettere in piedi una simile esperienza. E a seguire è necessario ci sia qualcuno con una grande disponibilità di tempo libero e la volontà di metterlo al servizio degli altri. Aggiungerei che, almeno la maggior parte delle persone, dovrebbe essere aperta alle idee e allo scambio e disponibile a dare se non fiducia, almeno occasioni di fiducia. Non impossibile ma difficile. Rimane una bella storia che ancora per un po’ continua e forse i germogli piantati, se non daranno vita ad alberi secolari, possono però venire sparpagliati dal vento e fare inaspettatamente spuntare una pianta dove meno te lo aspetti. Tante cose sono cambiate e cambieranno ancora e si devono trovare nuovi modi e nuove strategie, ma la capacità di adattabilità e la propensione alla creatività e alla soluzione dei problemi ci hanno consegnato le migliori realizzazioni dell’uomo e garantito la sua sopravvivenza.

Perché no, dunque?

In copertina: Una delle torri del quartiere Pilastro di Bologna