Con la rubrica sopralluoghi emiliodoc propone l’incontro con angoli poco conosciuti della nostra regione. Un viaggio per immagini alla ricerca di spunti, suggestioni, anche di nuove idee per futuri documentari, chissà… In questo articolo viaggiamo lungo il Torrente Savena, che nasce dai Monti della Calvana in Toscana, attraversa la provincia di Bologna e sfocia nel fiume Reno nei pressi di Casalecchio di Reno. Alla periferia di Bologna parte delle sue acque vengono incanalate nel Canale di Savena dalla Chiusa di San Ruffillo. 

La denominazione Sàvena è  di origine etrusca e significa alla lettera “vena d’acqua”.

Il Torrente Savena è ricco di storia, con mulini ad acqua e ponti antichi che testimoniano l’importanza di questa risorsa naturale nel passato della provincia di Bologna.

Le acque del Torrente Savena sono conosciute per la loro limpidezza e la ricchezza di fauna ittica, che include trote e cavedani.

Dante Alighieri nella Divina Commedia individua i bolognesi come coloro che stanno “fra Sàvena e Reno”:

«E non pur io qui piango bolognese
anzi n’è questo luogo tanto pieno,
che tante lingue non son ora apprese
a dicer ‘sipa’ tra Sàvena e Reno;
e se di ciò vuoi fede o testimonio,
rècati a mente il nostro avaro seno.»

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XVIII)
Se non fosse per le rocce sul suo letto, la corrente del fiume non avrebbe suono.”
(Carl Lee Perkins)
Gioia di cantare come te, torrente;
gioia di ridere
sentendo nella bocca i denti
bianchi come il tuo greto.
(Antonia Pozzi – Acqua alpina, 1933 ) 

La Bologna altomedievale era attraversata dal solo torrente Aposa, le cui acque erano insufficienti alle necessità della città in espansione del XII secolo. Nel 1176, presso San Ruffillo, si cominciarono i lavori per la realizzazione del Canale di Sàvena, che, assieme al Canale di Reno, fornì le risorse idriche necessarie alla città.

La Chiusa di San Ruffillo ed il derivato canale di Savena costituirono una delle principali infrastrutture per lo sfruttamento dell’energia idraulica, consentendo così alla città di Bologna di essere una fra le città più ricche dell’Europa del Medioevo. L’acqua, non potabile, serviva ad irrigare i campi e a produrre energia meccanica per i mulini e gli opifici, in particolare per la produzione tessile. La chiusa è stata restaurata più volte nel corso della storia e ancora oggi assolve alle sue funzioni di regolazione delle acque nel canale Savena.

La Chiusa di San Ruffillo sul Savena

Nota: Tutte le immagini di questo articolo sono di Marco Mensa