Protagonist* / i musicisti
Interviste doppie a protagonist* del mondo del documentario in Emilia-Romagna: i musicisti.
Le cinque domande parallele di questo numero sono riservate a due autori di colonne sonore per il documentario (e non solo). Rispondono Guido De Gaetano e Giuseppe Tranquillino Minerva.
Come ti sei formato artisticamente?
Guido: Mi sono diplomato in pianoforte, composizione e musica corale al Conservatorio G.B. Martini di Bologna. Successivamente ho frequentato un Master in musica da film alla Accademia Chigiana di Siena con il Maestro Ennio Morricone ed un altro a Los Angeles presso Ascap America con il Maestro Fred Karlin.
Ho iniziato a lavorare con l’agenzia di pubblicità Max Information a Bologna. Decisivo è stato il confronto con il loro Art Director. Infatti, pur richiedendo musiche per spot, gli ascolti venivano fatti senza il video, e se la musica non era in grado di reggere l’ascolto, te lo dicevano direttamente. È stato un importante “impatto” con il giudizio di terzi, che mi ha consentito di musicare oltre quaranta pubblicità nazionali trasmesse su Rai e Mediaset.
Tra i miei primi lavori ci sono stati anche, ovviamente, documentari, inizialmente di tipo paesaggistico, poi a carattere sociale.
Giuseppe: La mia formazione artistica è cominciata fin dai primi anni di vita, in famiglia, essendo cresciuto con un padre follemente innamorato di cinema, musica e letteratura. Sono letteralmente cresciuto nelle sale cinematografiche del mio paese natale grazie a mio padre, ascoltando musica e leggendo libri. A 12 anni ho deciso di studiare prima teatro e cinema seguendo dei corsi parascolastici e contemporaneamente chitarra classica e moderna. Da lì a poco ho cominciato anche a scrivere e cantare le mie prime canzoni e a comporre musica strumentale per spettacoli teatrali. Nel corso degli anni mi sono anche cimentato nella scrittura e nella regia cinematografica. Terminato il liceo ho vissuto prima a Dublino e poi a New York dove mi sono avvicinato alla composizione per il cinema, componendo e producendo le musiche per i progetti realizzati dagli studenti di cinema della New York University. Questa è stata per me una vera e propria palestra formativa. Tornato in Italia mi sono diplomato prima in canto, poi laureato in composizione al Conservatorio di Bologna e ho continuato a conseguire titoli seguendo nei Conservatori master biennali di “Composizione per Film”, “Sound Producer”, “Composizione Pop” e “Arrangiamento ed Orchestrazione”. Contemporaneamente ho iniziato a lavorare negli studi di registrazione dello Zeta Factory in veste di produttore artistico ed arrangiatore. Nel 2005 ho firmato con loro un contratto per la produzione e la pubblicazione di tre dischi cantautorali interamente scritti ed arrangiati da me. Dal 2006 al 2010 mi sono esibito in più di 500 concerti sui palchi di tutta Italia portando dal vivo il mio progetto di teatro canzone “Misero Spettacolo”. Durante tutto questo percorso, ho sempre continuato a comporre e produrre musica per progetti cinematografici e televisivi finché, nel 2010, ho deciso di concentrare la mia creatività nel settore cinematografico lavorandoci a tempo pieno e costantemente.


Perché hai scelto di comporre musica per documentari?
Guido: Perché mi piace l’aspetto del “racconto” del documentario, racconto che cerco di riportare in musica ed anche perché nella musica per documentari si ha maggiore libertà di espressione rispetto alla musica per film.
Mi piace anche avere contatti con le produzioni documentaristiche, che sono più “familiari” rispetto alle produzioni cinematografiche. Si forma un “rapporto di squadra” che porta spesso ottimi risultati. Infatti tutti i documentari che ho musicato hanno vinto premi nazionali o internazionali ed io ne vado molto orgoglioso.
Il rapporto con il regista è fondamentale, perché è lui che ti guida nel percorso di composizione. Spesso realizzare musica per documentari ti porta anche ad effettuare veri e propri studi di etnomusicologia, per riprodurre quelle sonorità che derivano dai paesi stranieri in cui sono stati girati.
Per esempio, nel documentario Gente strana, da poco musicato da me per Genoma Films, abbiamo scelto di unire sonorità elettroniche a canti popolari Swahili, soluzione che si è rivelata vincente.
Giuseppe: La prima occasione di scrivere musica per un documentario mi si è presentata per un progetto bellissimo, scritto, co-diretto ed interpretato da uno dei più grandi sceneggiatori italiani: Tonino Guerra. Il film documentario intitolato Tonino Guerra: poeta del cinema mi ha permesso di lavorare con un gigante del cinema internazionale, vivendo fin dall’inizio la fase produttiva di scrittura e di ricerca documentaristica insieme allo stesso Guerra (nella sua casa di Pennabilli, per le strade del borgo dove viveva e del suo paese natale Santarcangelo di Romagna) e al suo co-autore (mio fratello Nicola), firmando le musiche del film con il pluripremiato compositore Andrea Guerra, figlio dello stesso Tonino.
Il mondo del documentario mi ha subito affascinato moltissimo perché narrativamente ha un linguaggio molto diverso dal cinema di finzione al quale mi ero avvicinato inizialmente. L’approccio documentaristico, vissuto nella sua genesi e da inizio lavorazione, mi ha emozionato molto e ha stimolato la mia creatività facendomi intraprendere un percorso di ricerca semiotica sul suono, con un approccio, per l’appunto, quasi documentaristico. Ancora oggi, tra i progetti cinematografici di finzione per i quali lavoro, prediligo i registi che provengono dal mondo del documentario e che lavorano ai loro film con un approccio documentaristico come per esempio la regista Chiara Bellosi che con entrambi i suoi film, Palazzo di Giustizia e Calcinculo, mi ha portato al Festival del Cinema di Berlino. È l’approccio documentaristico ad affascinarmi in particolar modo nella ricerca compositiva e produttiva musicale che, progettata in una veste semiotica, si fonde con il linguaggio documentaristico in un’alchemica pluridimensionalità linguistica.


Quali sono i tuoi legami con il territorio emiliano-romagnolo?
Guido: Ottimi legami, ho uno studio di registrazione a San Lazzaro di Savena, Woodroomstudio.it, dedicato esclusivamente alla musica per il video. Sono quindi praticamente al centro della produzione emiliano-romagnola. Lavoro spesso con società regionali e cerco di frequentare sempre gli incontri riguardanti le produzioni. Ho seguito la crescita della produzione video con piacere durante tutti questi anni, crescita che è stata molto aiutata dalla Regione Emilia Romagna, che con i suoi bandi ha dato la possibilità di realizzare progetti che altrimenti sarebbero finiti nel cassetto.
Giuseppe: Ormai vivo e risiedo a Bologna da tantissimi anni, pur viaggiando spesso e lavorando con tante realtà in giro per l’Italia e non solo. Bologna mi ha adottato e mi ha fatto crescere professionalmente, a partire dagli anni universitari. Il territorio emiliano-romagnolo è da sempre stato un vero e proprio polo culturale, un crocevia di culture e creatività. Per questa ragione tanti anni fa ho deciso di vivere in questa regione e nella città di Bologna. Ho così iniziato a collaborare inevitabilmente con tante diverse realtà cinematografiche regionali e con le quali continuo a lavorare ancora oggi con grandissimo piacere e stima per i loro progetti, che mi stimolano ancora come se fosse il primo giorno di lavoro insieme.
Chi o che cosa ti ha maggiormente ispirato nel tuo percorso professionale?
Guido: Il desiderio di cimentarmi con una professione che negli anni ’90 non era ancora diffusa a Bologna, e la notevole crescita tecnologica che ha investito la produzione musicale. Anche se la scelta di dedicarmi alla composizione di musica per il video è nata a quattordici anni, dopo aver visto la prima del film Star Wars…
Giuseppe: A questa domanda non posso che rispondere così: chiunque e qualsiasi cosa! Non è un modo per eludere una risposta più precisa, è la mia verità. Sono una persona molto curiosa, subisco il fascino di tanti incontri, strade, espressioni artistiche, luoghi, opere, geni e realtà differenti. Sento di essere filosoficamente molto vicino al modus operandi delle api: mi nutro di pollini provenienti dai più disparati fiori, il mio naturale processo fisiologico digerisce la materia prima della quale mi nutro e poi in una fase successiva, sempre naturalmente, rigurgito tutto quello che ho interiorizzato trasformandolo in miele. Lungi da me il voler paragonare la mia arte ad un prodotto della natura di così inestimabile valore come il miele, ma credo che sia un’analogia efficace per esprimere il mio modo di concepire l’ispirazione in senso lato!


Quali sono i tuoi progetti futuri?
Guido: Cercare di creare un sempre maggior numero di collaborazioni con società del mio territorio e far crescere la mia library musicale “theultimatemusiclibrary.com” che mi sta dando tante soddisfazioni, soprattutto all’estero. Sto investendo molto anche nell’educazione, perché dal 2018 insegno “musica per film” al Conservatorio G.B. Martini di Bologna, e ritengo che la formazione delle nuove generazioni sia un aspetto molto importante per la crescita dell’industria cinematografica in Emilia Romagna.
Giuseppe: Per fortuna ho tantissimi progetti futuri e tanti altri in cantiere. In questi giorni è in uscita il nuovo film documentario di Vito Palmieri Riparazioni (Articolture e Apulia Film Commission) per il quale ho scritto e realizzato la colonna sonora. Un documentario bellissimo e necessario.
Attualmente sto lavorando alla serie tv comica Universitas Tenebrarum (Mammut Film) con Natalino Balasso, Stefano Pesce, Bob Messini e molti altri attori emiliani. La serie è stata scritta e diretta dalla coppia di registi Mellara e Rossi con i quali collaboro da anni e con i quali da poco sono stato al Festival del Cinema di Venezia con il documentario 50 – Santarcangelo Festival. Contemporaneamente sto lavorando al secondo film in animazione stop motion del regista Michelangelo Fornaro, intitolato Forma, per il quale sto realizzando, oltre alle musiche originali, anche il sound design, così come avevo già fatto per il suo ultimo pluripremiato film Alma e per il celebrativo Unico Amore nato da un’idea di Alice Rohrwacher.
In cantiere ho anche diverse collaborazioni con altre figure professionali per creare nuove connessioni tra artisti e professionisti e con l’obiettivo di rendere sempre più solida e creativa la rete professionale emiliano-romagnola anche nell’ambito musicale cinematografico… Ma questa è un’altra storia…
Infine ed ufficialmente annuncio che, dopo anni in cui mi sono dedicato quasi esclusivamente alla composizione di musica per immagini, ho deciso di tornare in studio per registrare e produrre due nuovi dischi: il quarto del mio progetto cantautorale “Misero Spettacolo” ed il primo di un nuovissimo progetto. Entrambi avranno una dimensione fortemente influenzata dalla musica per immagini e progettualmente avranno a che fare con il mondo del cinema, documentaristico e non. Vedremo cosa succederà… ai posteri l’ardua sentenza!
In copertina: Giuseppe Tranquillino Minerva e Guido de Gaetano.