Tra gli intenti di una rivista come emiliodoc c’è sicuramente anche il dare visibilità a progetti forse non recentissimi, ma che per il loro valore storico e testimoniale meritano di essere riportati all’attenzione di tutti. In questo caso si tratta del film documentario Ninni, prodotto nel 2013 dall’Antoniano di Bologna. Il film si basa su una ingente mole di interviste effettuate da Lamberto Lambertini, cittadino di Marzabotto, ai superstiti dell’eccidio nazifascista del settembre – ottobre 1944 a Monte Sole, sull’appennino bolognese. Nel territorio dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, in soli 7 giorni morirono oltre 790 civili, tra cui intere famiglie e moltissimi bambini. Il regista del film documentario Ninni è Sergio Marzocchi, direttore di produzione dell’Antoniano. Fernando Mezzina lo ha incontrato per parlare di questo documentario.

“Ninni” ruota attorno alle testimonianze di numerosi superstiti della strage di Monte Sole. Cosa puoi raccontarci di Lamberto Lambertini, autore delle interviste?

Lamberto ha il merito di aver raccolto, nell’arco di vent’anni, preziose testimonianze inedite, che contribuiscono a ricostruire i fatti e soprattutto a restituire la gravità dell’esperienza vissuta, ancora viva negli occhi dei protagonisti. Oggi Lamberto ha circa ottantacinque anni. È una persona che mi ha aperto le porte di un mondo. È un superstite di riflesso, il tipo di superstite sopravvissuto a ciò che è accaduto a delle persone a lui molto vicine. La vicenda di “Ninni”, il suo compagno di classe, lo ha tormentato per anni. Lamberto e Anselmo, detto “Ninni”, frequentavano la scuola primaria Edmondo De Amicis a Porta Galliera a Bologna. A seguito dei bombardamenti le due famiglie sfollarono verso le colline: quella di Lamberto si spostò in Val di Setta, mentre quella di Ninni a Roncadelli di Sperticano. Da quel giorno Lamberto perse ogni notizia dell’amico. Ninni morì il 30 settembre 1944, all’età di 13 anni.

«Dopo un pochettino è arrivato anche il parroco. Lui ci aveva anche messi un po’ al sicuro, dicendo: “Mettetevi qui. Siamo tutti bambini, ci sono io, tutte mamme, non abbiamo fatto niente di male. Mettiamoci qui e gli parleremo quando arriveranno». 

Lucia Sabbioni, testimonianza dal film “Ninni”
Cosa spinse Lamberto ad iniziare questo lavoro?

A un certo punto si era dotato di una videocamera VHS C, che usava per fare riprese di corse ciclistiche. Presto intuì che poteva essere uno strumento di memoria strepitoso. Rintracciò dapprima la sorella di Ninni, filmando il loro incontro in modo del tutto amatoriale. In seguito trovò un libro scritto dal parroco di Sasso Marconi, Don Dario Zanini, sulla strage di Monte Sole, in cui erano riportate per filo e per segno le dinamiche della morte del suo compagno di classe. Quello fu il vero e proprio trampolino di lancio della sua ricerca. Lamberto chiese al sindaco di Marzabotto il permesso di andare a cercare i superstiti della tragedia e di documentare il tutto. Negli anni seguenti, con pazienza, rintracciò tutte le persone disponibili a raccontare gli eventi del settembre – ottobre 1944 a Monte Sole. Ne trovò parecchi. Una di loro era Cornelia Paselli, scomparsa recentemente.

Fotogramma dal film "Ninni"

«Ciò che mi ha lasciato tutto questo è stato cercare di essere accomodante, di capire gli altri, di fare qualcosa. Perché quello che conta per me è la vita, nient’altro. L’ho detto anche ai ragazzi: non c’è potere, non c’è oro, non ci sono soldi che possano darti quello che ti dà la vita. Perché solo in questo momento uno dà valore alla vita».

Cornelia Paselli, testimonianza dal film “Ninni”
Qual è stato lo sviluppo del progetto?

La prima cosa che io e Lamberto abbiamo dovuto fare è stata costruire un rapporto. Lui aveva trenta ore di girato e voleva trarne un’opera di senso compiuto, ma non era in grado di realizzare il montaggio. Io ho dovuto conquistare la sua fiducia perché lui mi affidasse il suo materiale. Fin dall’inizio il nostro è stato un rapporto molto diretto e aperto. Abbiamo optato per l’esclusione della voce fuori campo, perché temevamo potesse sbilanciare il senso delle testimonianze, puntando a realizzare un documento più limpido, più essenziale. Il contributo dell’Antoniano è stato fondamentale perché ci ha permesso di lavorare serenamente su un progetto molto impegnativo, a partire dalla digitalizzazione di trenta ore di videocassette da 120, 60 o 80 minuti. Digitalizzare era necessario perché sarebbe stato impossibile lavorare su vecchie videocassette, che rischiavano di rompersi da un momento all’altro. Ma il loro contenuto era preziosissimo.

Sergio Marzocchi, regista di "Ninni"
Celebrazioni a Monte Sole, 25 aprile 2022
Anniversario della Liberazione a Monte Sole, 25 aprile 2022
In che modo secondo te Monte Sole conserva le tracce di quegli eventi?

Monte Sole è un luogo silenzioso che parla da sé: la sua bellezza paesaggistica fa sembrare incredibile che lì siano successe delle cose così drammatiche. Mi sono recato sul posto circa un mese fa con gli studenti del Corso Doc del Liceo Laura Bassi di Bologna per guidarli nella realizzazione del loro lavoro audiovisivo annuale. I ragazzi avevano scoperto che una ragazzina tra i tanti morti nella strage di Monte Sole si chiamava proprio come la loro professoressa di italiano, Lucia Lanzarini, e così hanno scelto di dedicare alla strage il loro lavoro, mentre io li ho aiutati con le riprese. Abbiamo incontrato Elena Bergonzini, strepitosa educatrice della Scuola di Pace di Monte Sole, che ha guidato i ragazzi in un percorso di riflessione.  L’impatto è stato forte: dopo così tanti anni il luogo parla, ed è un posto così bello che invoglia, per esempio, a fare trekking, oppure semplicemente a trascorrere qualche ora nella natura. Ma a me verrebbe difficile: è il luogo stesso che ci spinge a riflettere, ad augurarci che alcune cose non accadano mai più. I ragazzi sono molto acuti e, se hanno gli strumenti giusti per comprendere, lo fanno e si fanno la loro idea, il che è importantissimo. Personalmente, tra i temi affrontati mi ha colpito particolarmente quello della giustificazione: se in una gerarchia sei in fondo, e chi è al potere ti dice che puoi fare qualsiasi cosa, senza porti scrupoli, sei automaticamente assolto.

Intervento a Monte Sole di Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, 25 aprile 2022
Il film esprime un giudizio sulla vicenda?

Non abbiamo voluto esprimere giudizi, abbiamo semplicemente voluto raccontare ciò che è successo a Monte Sole, privilegiando appunto il valore della testimonianza. Questi testimoni stanno sparendo uno a uno e tra un po’ non ce ne saranno più. E anche se continuiamo a ripetere gli stessi errori, non dobbiamo mai mollare sull’importanza della memoria: se il nostro film verrà visto solo da una persona in più sarà un grande traguardo per noi.

«Io dicevo: “Sono morta. Ma come mai sono morta e parlo?”. Poi, a un certo momento, mi sono fatta coraggio e ho detto: “Io qui parlo! C’è qualcuno che parla qui?” e allora altre due o tre persone hanno detto: “Sì! Io parlo!”. Ma allora siamo vivi!» 

Lucia Sabbioni, testimonianza dal film “Ninni”
Fotogramma dal film "Ninni"
Che diffusione ha avuto il film?

Abbiamo fatto diverse proiezioni pubbliche, con esito molto positivo. Lo abbiamo proiettato anche insieme all’Associazione ai Caduti di Marzabotto, che si dedica ogni giorno a preservare e trasmettere questa memoria. Durante una di queste serate ho incontrato per la prima volta il figlio di Lamberto che mi ha detto qualcosa che ancora oggi mi commuove: “Tu hai dato un senso al lavoro di mio padre”. Il film in seguito è arrivato su Rai Storia, nel programma La storia siamo noi. L’Antoniano si impegna ogni anno nella celebrazione della Giornata della Memoria e abbiamo organizzato una proiezione qui, presso il nostro cinema. Continuiamo a fare numerose proiezioni nelle scuole. Il film è stato pubblicato sul nostro canale YouTube e anche questo è significativo, perché l’Antoniano in genere si rivolge a un pubblico di bambini. In questo caso invece ci siamo un po’ sbilanciati, perché i contenuti del film sono ovviamente molto forti. Il numero di visualizzazioni è stato altissimo, e questo ci ha dato molta soddisfazione, perché siamo riusciti a raggiungere anche il pubblico adulto.

Fotogramma dal film "Ninni"
Fotogramma dal film "Ninni"
Quando pensi a questo progetto, qual è la parola chiave che ti viene in mente?

Rispetto. Devi sempre avere rispetto per le persone che ti hanno dato fiducia, raccontandoti storie personali molto dolorose. Anche se non ho conosciuto di persona i testimoni, ho dovuto avvicinarmi con grande rispetto alle loro storie, senza manipolarle. Credo sia per questo che Lamberto Lambertini si è fidato di me: ha capito che rispettavo ciò che lui e i suoi testimoni avevano da dire e che non intendevo prevaricarlo. Lamberto ha sofferto tanto. Possiamo dire che con questo film abbiamo provato a restituire un senso alla sofferenza che lo ha accompagnato per tutta la vita.

Monumento commemorativo a Monte Sole
Fotogramma dal film "Ninni"
Anniversario della Liberazione a Monte Sole, 25 aprile 2022
Cosa ti auspichi per il futuro di questo documentario?

Mi auguro che continui a girare. Lavori come questo non invecchiano mai, anzi acquistano valore nel tempo. Anche questo articolo potrà aiutare Ninni a crescere, qualcuno magari ne resterà colpito e deciderà di guardare il film.

«Una cosa che mi ha sempre angosciato, oltre al mio amico Ninni, è la quantità di bambini. Parlo di bambini al di sotto dei 12, 13 anni che sono stati uccisi. E allora ho sempre pensato che sarebbe stato bello farne un ricordo, un monumento, un cippo, una lapide che ricordi i bambini. Don Dario Zanini ha avuto la possibilità di trovare uno spazio per potervi creare un monumento. È una soddisfazione grande che io ho, perché si è esaudito un mio desiderio, in ricordo del mio amico Ninni».

Lamberto Lambertini, testimonianza dal film “Ninni”

In copertina: la collina di Monte Sole.

Note

La Scuola di Pace di Monte Sole si impegna affinché il valore della memoria non si limiti semplicemente alla parola, ma si trasformi in azione svolta nel presente e duratura nel tempo. Attraverso una serie di attività cooperative e di laboratori gli educatori si rivolgono ai bambini e ai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, favorendo un approccio volto alla comprensione delle dinamiche della violenza piuttosto che alla conoscenza della storia fine a se stessa. Ringraziamo Elena Bergonzini per i chiarimenti che ci ha fornito.