La giuria DAR: un’esperienza formativa
Anche quest’anno il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna ha rinnovato la propria collaborazione con il Festival Mente Locale, collaborazione che dalla passata edizione prevede che una giuria di studenti assegni una propria menzione. Leggiamo alcuni commenti in merito a questa interessante esperienza di formazione.

L’Università di Bologna ricopre un ruolo di primo piano in Italia nella formazione in materia di audiovisivo con una vasta gamma di insegnamenti che vanno dalla storia all’analisi del testo, dallo studio di stili e autori alle dinamiche economiche, intercettando così tanto gli interessi degli studenti quanto la loro “fame” di una formazione spendibile nel mondo del lavoro. Tra i corsi che offriamo vi è anche “Forme e linguaggi del documentario”, interamente dedicato ad una tipologia di prodotto che desta un’attenzione sempre crescente da parte dei nostri allievi e per i quali la partecipazione a delle giurie si configura come un’occasione privilegiata per mettere alla prova le conoscenze e le sensibilità coltivate giorno dopo giorno in aula. In questo quadro la collaborazione col Festival Mente Locale è particolarmente felice per la diversità dei titoli proposti e la possibilità di intercettare opere preziose che talvolta rischiano di passare inosservate nella grande offerta audiovisiva contemporanea. Ma forse quel che di più apprezzo, e che considero altresì un’interessante sfida posta ogni anno ai nostri giovani giurati, è il tema stesso del Festival, ovvero quelle “visioni sul territorio” da declinare in tutte le sfumature aperte dal concetto stesso, apparentemente semplice, di “territorio”: luogo reale, immaginario e della memoria, ma anche territorio come cultura, tradizione e persone che lo abitano, territorio come uno spazio itinerante che diventa piattaforma di aggregazione (si veda l’autobus di “The Yellow Queen” premiato dalla Giuria DAR) o come spazio fantasma (si veda “Silencio en la ribeira”, premiato dalla Giuria principale). E così via. L’Università di Bologna è parte del territorio ed è sempre disposta ad intensificare il suo coinvolgimento con chi il territorio lo abita e lo anima, come il Festival Mente Locale.
(Marco Cucco, professore associato e direttore del Master di primo livello in Management del Cinema e dell’Audiovisivo presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna).


“Partecipare alla giuria DAR (Dipartimento delle Arti) mi ha dato la possibilità di scoprire non solo il ruolo di giurato, ma anche di fruire di una selezione di contenuti originali in modo decisamente più consapevole e ragionato. Inoltre, ha reso possibile il verificarsi di numerosi momenti di scambio con altri giovani che, come me, riconoscono il valore aggiunto di quelle opere capaci di generare dialogo fra punti di vista.”
Giulia Vallicelli
“La mia esperienza come giurato all’interno del Festival Mente Locale mi ha concesso uno sguardo unico su una selezione di prodotti che avrei visionato difficilmente altrimenti. Un’esperienza essenziale per la comprensione del giovane cinema italiano ed estero.”
Filippo Ianiero
“Ammetto che il ruolo di giurato mi faceva paura per la mia poca esperienza in questo settore e la responsabilità della scelta. Invece, prendere parte alla Giuria DAR all’interno del Festival Mente Locale è stata un’esperienza interessante e formativa, una “sfida” per me stessa, un mettermi in gioco. Ho avuto modo di mettermi in contatto con un mondo, quello del film documentario, che per molto tempo mi è stato distante e difficile da comprendere. La definisco “esperienza formativa” anche perché la visione di questi elaborati mi ha permesso di aprire gli occhi su tantissime tematiche a me invisibili e sconosciute. Inoltre, ho avuto modo di poter collaborare con colleghi disponibili con i quali scambiare diversi pareri/opinioni. Se potessi rivivrei quest’esperienza altre mille volte.”
Serena Lanza
“Per me, la ricchezza dell’esperienza di giuria nel festival sta nel portare un’attività nuova e stimolante, per contenuti e modalità, all’interno dell’istituzione universitaria, a riprova del fatto che frequentare l’accademia sia anche e soprattutto partecipare ad iniziative extra come questa.”
Paola Ricciardi
“Essere membro della giuria DAR è stata un’esperienza tanto piacevole quanto formativa. Non solo mi ha permesso di osservare prodotti audiovisivi originali con una attenzione analitica e consapevole – che difficilmente applico nelle normali “visioni da divano” -, ma soprattutto mi lasciato intravvedere il funzionamento di una vera e propria giuria, attraverso un continuo scambio di vedute e un dialogo che non può non definirsi costruttivo. È sempre bello quando teoria e pratica si incontrano all’interno di un percorso universitario.”
Federico Dall’Ara
Queste, in breve, sono le esperienze dei giurati facenti parte della Giuria DAR 2022 in merito alla propria esperienza all’interno della nona edizione del Festival “Mente Locale – Visioni sul Territorio”. Il festival nasce e cresce tra il territorio di Bologna e Modena. L’obiettivo è riuscire a raccontare la storia e le sfumature di un territorio attraverso l’utilizzo del film documentario. I titoli in concorso quest’anno erano diciannove, abbastanza eterogenei nelle narrazioni e negli stili ma tutti in grado di coinvolgere lo spettatore grazie alla creatività e alle innovazioni stilistiche degli autori e registi.
Per il secondo anno consecutivo una giuria speciale, composta da studenti universitari dell’Università Alma Mater di Bologna direttamente scelti dal docente Marco Cucco, anch’egli giurato all’interno del Festival, ha potuto esprimere una propria valutazioone sui film in concorso. La giuria DAR era composta da cinque elementi: Federico Dall’Ara, Giulia Vallicelli (presidentessa di Giuria), Paola Ricciardi, Filippo Ianiero e Serena Lanza.

La scelta del film vincitore della menzione d’onore della giuria DAR non è stata per niente facile o casuale. La giuria, dopo un’attenta visione dei documentari, ha espresso voti e pareri precisi su ogni opera, evidenziandone gli aspetti positivi e negativi. I criteri utilizzati per la valutazione di ogni opera sono stati: montaggio (il modo in cui le scene e le sequenze vengono montate tra di loro, come la storia è stata costruita.), fotografia (qualità delle riprese, stile delle inquadrature), scelte audio (la componente audio è molto importante perché reputiamo possa dare un tono differente al documentario); like (quanto una storia è valida e quanto possa incontrare il gusto dello spettatore). L’ultimo criterio è stato il più discusso. Alla fine non ha avuto un gran peso nella valutazione poiché, fortunatamente, la giuria DAR si componeva di cinque personalità dai gusti differenti, a volte contrastanti; questa moltitudine di gusti è riuscita ad abbracciare diversi temi e diverse tecniche di ripresa e montaggio.

Tra i diciannove titoli in concorso, la giuria DAR ha deciso di assegnare la menzione d’onore al documentario Yellow Queen – a road movie di Lucio Arisci, che racconta la storia del viaggio di un bus giallo da Colonia alla capitale del Mali, Bamako. La menzione è stata assegnata sulla base di criteri concordati dalla giuria (montaggio, fotografia, scelte audio e gusto personale) e discussa da questa nel corso di diverse riunioni. Questa la motivazione:
Tra i diciannove titoli in concorso, la giuria DAR ha deciso di assegnare la sua menzione d’onore al documentario “The Yellow Queen – A road movie”: originale resoconto di un viaggio on the road, in grado di raccontare storie straniere attraverso una voce italiana non esotizzante o stereotipata. Ironico, profondo e soprattutto trasparente: attraverso questo lavoro il regista Lucio Arisci propone uno sguardo inedito su piccole realtà che non smettono di credere in grandi ideali come la resistenza e la speranza.

Yellow Queen è stato ritenuto il miglior candidato in quanto è un ottimo “road trip”, molto diverso nella forma e nei contenuti rispetto ad altre opere in concorso. Fieri anche del fatto che, nonostante sia un film italiano girato in un paese straniero, riesca a raccontare le storie dei singoli protagonisti ed anche quelle di un paese africano senza “esotizzare” nulla. All’interno di questo documentario, inoltre, tutto avviene davanti alla videocamera, ad eccezione di qualche commento del regista che, per non infastidire “lo squalo”, aggiunge qualche nota di dissenso o qualche nota ironica al di fuori delle riprese. Yellow Queen – a road movie inoltre trasmette sensazioni di speranza e resistenza di questo piccolo paese, il Mali, alle prese con una difficile situazione sociale e politica.
Insieme al documentario Yellow Queen – a road movie, sono stati oggetti di discussione (e di valutazione positiva) i documentari: It’s Just Another Dragon di Taymour Boulos, La Moda del Liscio di Alessandra Stefani e In Light di Alice Fassi.
In conclusione, ringraziare lo staff di questo Festival è una cosa che ci sentiamo in obbligo di fare, per due diverse ragioni: averci permesso di accedere a del bellissimo materiale inedito da esplorare “in lungo e in largo”; per averci dato gli strumenti e l’opportunità di poterci muovere, seppur in maniera ancora inesperta, all’interno del mondo del cinema. Questi insegnamenti speriamo possano essere un trampolino di lancio per quella che sarà la nostra carriera futura.
About Author / Serena Lanza
Membro della Giuria DAR