Umberto Magnani, fondatore e responsabile del Winter Line Museum
La Seconda Guerra Mondiale raccontata attraverso il lavoro sulla memoria di Umberto Magnani e il suo ‘Winter Line Museum’

‘Liver & Onion. Un racconto d’Appennino’ è un documentario biografico a cui ho iniziato a lavorare nel 2019. Il film è incentrato su temi come la grande Storia, il concetto di memoria e il rapporto con il territorio. Il perno e protagonista della narrazione è Umberto Magnani, fondatore e responsabile del ‘Winter Line Museum’ di Livergnano, un piccolo paese sulle colline bolognesi, noto per essere stato teatro di un duro scontro fra l’esercito tedesco e quello americano durante la II Guerra Mondiale. Il titolo del film documentario prende spunto dal modo in cui i soldati (poi reduci) americani chiamavano il paese durante e dopo la guerra, storpiandolo in “Liver & Onion” (fegato e cipolla).

Il mio primo incontro con Umberto risale al 2017, quando grazie a conoscenze comuni ho potuto incontrarlo e scoprire il suo ‘Winter Line Museum’. Da quel momento ho sempre mantenuto vivi i rapporti con lui, con l’intenzione di raccontare il lavoro sulla memoria che ha svolto e svolge tuttora attraverso il suo museo.

Nel documentario il ‘Winter Line Museum’ è chiamato semplicemente ‘la grotta’: è proprio all’interno di questa cavità del Contrafforte Pliocenico, che attraversa il paese di Livergnano, che Umberto da più di trent’anni ha creato ed esposto la sua ricchissima e originale collezione di oggetti della Seconda Guerra Mondiale. Sono cimeli da lui stesso ritrovati, o donatigli da amici e conoscenti. Un tesoro fatto, ad esempio, di vecchie radio, gavette, borracce, di scatolette di Nescafé, di un casco devastato da colpi di proiettile, di una coppia di posate, di uno spazzolino, di una fotografia della donna amata nascosta in un elmetto.

Il museo non si limita alla narrazione dei grandi eventi storici, ma ci racconta anche la vita quotidiana dei soldati che, nonostante le divisioni sul campo di battaglia, erano uniti da un comune destino di difficoltà e, spesso, di morte. Quello che mi ha spinto a voler raccontare questa vicenda è stato non solo l’interesse per questo particolarissimo museo e la macro-storia legata al conflitto, ma proprio l’impegno che Umberto ha messo per tutta la sua vita per mantenere una ‘memoria attiva’ del passato, non accontentandosi facilmente di un ricordo cristallizzato, ma indagando ben oltre la narrazione canonica degli eventi.

Fotogramma estratto dal documentario "Liver & Onion. Un Racconto d'Appenino"
Il paese di Livergnano

Nei vari incontri preparatori ho potuto apprezzare la sua capacità di costruire relazioni autentiche con chi attraversava il museo fisicamente o virtualmente, attraverso la sua pagina Facebook. E mi sono ritrovata anche io a raccontargli i ricordi e le storie della guerra che i miei nonni avevano condiviso con me, così come avevano fatto i genitori di Umberto con lui, nato nel 1947, due anni dopo la fine della guerra. Umberto ha saputo però rielaborare quelle testimonianze attraverso un approccio attivo alla Storia, ed è questo che contraddistingue il suo personale lavoro sulla memoria storica.

La memoria è dunque il tema portante del film. Attraverso gli oggetti raccolti si dipana il racconto di ciò che è stato, cercando di esprimere il punto di vista di tutte le parti in campo e di svelare le tante piccole storie che compongono la grande Storia. Piccole storie come la resilienza degli sfollati, rientrati a Livergnano dopo la conquista del paese da parte delle forze alleate, che riutilizzavano i materiali bellici in disuso, come le casse da munizioni, per costruire porte e finestre delle case. O la paura della fame, quando Umberto racconta che “gli abitanti prima di costruire la casa hanno costruito il pollaio, perché, se vuoi mangiare, il pollaio viene prima!”. Ma anche le conseguenze dei traumi subiti in guerra, come la storia di un ex soldato tedesco che “era una persona colta, borgomastro della sua città, eppure è stato il suo psichiatra a dirgli che la guerra era davvero finita, e che se fosse tornato in Italia avrebbe trovato un ambiente diverso, pacifico”.

La presenza degli oggetti come reperti storici ha permesso ad Umberto di costruire e ricostruire dei rapporti tra le persone, che fossero i paesani sopravvissuti all’esperienza della guerra o gli ex soldati italiani e stranieri, reduci di guerra sia tedeschi che americani, tornati in più di un’occasione a Livergnano dopo il conflitto. Si ritrovano così le monete che Umberto riceveva da loro come regalo, e anche le foto degli ex combattenti. Per Umberto dietro ad ogni soldato che riceve l’ordine di sparare e di uccidere c’è una persona che vive l’evento della guerra con una complessità ben maggiore, fino a divenire in qualche modo ‘vittima’ essa stessa della violenza di cui è stata protagonista.

Vista della Valle del Setta dal Contrafforte Pliocenico

Il Winter Line Museum è diventato nel tempo un vero e proprio punto di riferimento storico nel territorio bolognese e, ad oggi, è molto frequentato da un diversificato panorama di visitatori. Oltre all’impegno di Umberto con le scuole locali, il museo è visitato di frequente anche dai gruppi di trekking locale impegnati nella valorizzazione del territorio. Nel documentario ho voluto riprendere anche una visita al museo organizzata dall’associazione ‘La via del Fantini’, che ha incluso il museo nei propri percorsi escursionistici. In quell’occasione ho potuto notare come questo incontro abbia fatto riaffiorare tra i partecipanti curiosità e ricordi personali del proprio patrimonio familiare, che trovavano in quell’occasione una nuova via di condivisione.

Ho seguito anche un gruppo di ragazzi di Bologna appassionati degli eventi della Seconda Guerra Mondiale, che da alcuni anni, muniti di metal detector, vanno alla ricerca di residuati bellici sull’Appennino bolognese, così come faceva Umberto da giovane. Accompagnarli in questa attività fra i boschi è stato emozionante, ed ogni ritrovamento mi ha dato la sensazione di poter costruire un ponte con il passato. Umberto per questi ragazzi è un pozzo di informazioni, e il suo museo rappresenta per loro un importante luogo di scambio e di confronto.

Oggetti in uso ai soldati tedeschi, esposti al Winter Line Museum.
Reperti bellici esposti all'esterno del Winter Line Museum
Il Contrafforte Pliocenico visto da Monte Adone

Sicuramente la Seconda Guerra Mondiale è un evento da cui non si finirà mai di imparare. Una cesura che, come ricorda Umberto, ha segnato per questa regione e per l’Italia intera l’inizio di una nuova epoca, l’epoca del consumismo, portata in Italia in maniera pionieristica dall’esercito statunitense e poi radicata definitivamente dopo il ‘boom’ economico degli anni ’60. Tuttavia la distanza temporale che ormai ci separa da quell’evento rischia di far dimenticare la ‘lezione’ che la guerra ha impartito. Lo stesso Umberto si trova a constatare quanto le generazioni più giovani “siano all’oscuro di quanto è successo” e questo dato lo motiva a proseguire nel suo lavoro di divulgazione.

Per un documentario che si è basato sul rapporto umano e sulla relazione di amicizia tra me e Umberto, l’avvento dell’epidemia da Covid-19 ha rappresentato una grossa difficoltà con cui dover fare i conti. Per tutto il 2021 e anche nel corso del 2022 le restrizioni hanno comportato un allungamento della fase delle riprese e anche delle decisioni a livello di regia. Avrei voluto seguire Umberto negli incontri con le scuole e con i più giovani, ma non è stato possibile. In compenso, man mano che le restrizioni si allentavano, sono riuscita a recuperare gli incontri in presenza nella sua grotta e ad approfondire la conoscenza dei materiali contenuti nel museo.

Reperti bellici esposti al Winter Line Museum
Veduta panoramica dell'Appennino bolognese
Fotografie e mappe della Seconda Guerra Mondiale, dal film "Liver & Onion"

Note:

Il documentario Liver & Onion Un racconto d’Appennino sarà presto disponibile sulla piattaforma di streaming online Open DDB – Distribuzioni Dal Basso. A partire dal 2023 verranno condotte presentazioni e proiezioni in presenza in Emilia-Romagna e in altre regioni italiane.

In copertina: Reperti bellici esposti all’esterno del Winter Line Museum.